Le “
cappotte”, i “
leghorn”, la più classica “
paglietta”, più comunemente conosciuti come cappelli di paglia, furono i veri protagonisti della moda del primo e secondo dopoguerra, quando solo in Italia se ne producevano circa 142 milioni all'anno.
Un successo, quello del
cappello di paglia, che soprattutto nel territorio toscano prese piede già a partire dal 1800 quando la sua produzione diventò la più importante del Granducato.
L'
intreccio della paglia e dei suoi manufatti, infatti, si sviluppò a Firenze, in particolare a Signa, che divenne il naturale centro di smistamento commerciale del prodotto finito, da esportare poi in tutto il mondo direttamente dal
Porto di Livorno (da qui il nome
leghorn). Proprio nel centro fiorentino veniva prodotto un cappello a tredici fili con larga falda detto “
fioretto”, venduto poi in Francia, Germania e Inghilterra.
I
cappelli fiorentini, nelle loro infinite varianti realizzati con finissimo materiale d'intreccio, conobbero fama e notorietà, diventando un
capo d'abbigliamento essenziale nel guardaroba prima femminile e poi maschile.
E' proprio negli anni del dopoguerra che l'attività di
Carlo Beghè prendeva piede, quando il nonno era dedito alla raccolta dei cappelli di paglia realizzati dai contadini nei paesi limitrofi a Firenze.
Nel 1963 nacque, infatti, l'azienda
Carlo Beghè che ancora oggi realizza, produce ed esporta in tutto il mondo cappelli, borse e manufatti in paglia. Un amore, quello per la paglia e per le sue potenzialità, che ha portato i figli del sig Carlo a continuare un'attività artigianale che da decenni mantiene immutata la struttura di base.
Innovazione e tradizione si incontrano in un tripudio di colori, forme e design raffinati ed eleganti.